In un quadro di crescente sofferenza finanziaria la Giunta di Ascoli Piceno, a differenza di molti Comuni di medie e grandi dimensioni, ha inteso proteggere le tasche dei cittadini, con un’attenzione particolare verso le fasce più deboli della comunità, moltiplicando gli sforzi per reperire con altri strumenti e canali le risorse necessarie per mantenere un adeguato livello di servizi comunali. I dati di cassa del bilancio comunale confermano senza dubbio alcuno questa precisa volontà, evidenziando come nella Città il volume delle riscossioni relative ai principali tributi sia rimasto sostanzialmente stabile in un confronto tra il 2010, l’anno che precede i tagli statali, e il 2017.

IMU. SI È SCELTO DI ESPANDERE IL PIÙ POSSIBILE LE AGEVOLAZIONIL’ IMU (sostituisce l’ICI a partire dal 2012) è un’imposta di natura patrimoniale applicata in base al possesso di fabbricati (diversi dall’abitazione principale), aree fabbricabili e terreni. L’aliquota ordinaria fissata dalla legge per gli immobili diversi dalla prima casa è pari allo 0,76% e i Comuni possono aumentarla o diminuirla sino a 0,3 punti percentuali. L’aliquota può quindi oscillare da un minimo di 0,46% a un massimo di 1,06%.Sin dal 2012, l’Amministrazione ha introdotto aliquote agevolate per chi concede l’immobile in affitto garantito o in comodato d’uso a un familiare di primo grado e per le abitazioni di anziani e disabili residenti in casa di cura o di riposo.

TASI. MAGGIORI ESENZIONI E DETRAZIONI PER CAPACITA’ DI REDDITOLa TASI è stata istituita nel 2014 per finanziare i servizi comunali indivisibili rivolti alla collettività (manutenzione stradale, illuminazione pubblica, etc.) ed è posta a carico sia del possessore sia dell’utilizzatore dell’immobile. Presenta la medesima base imponibile dell’IMU (ad eccezione dei terreni agricoli, esenti dal tributo in questione), l’aliquota stabilita dalla legge è pari all’1 per mille. I Comuni possono disporre l’aumento fino al 2,5 per mille o la riduzione dell’aliquota sino all’azzeramento della stessa e introdurre specifiche agevolazioni.L’Amministrazione ha applicato esenzioni e detrazioni per classi di rendita e capacità di reddito sull’imposta dovuta per l’abitazione principale, poi abolita nel 2016.

IRPEF. TOTALE ESENZIONE PER I REDDITI BASSIL’addizionale comunale all’IRPEF è un’imposta applicata al reddito complessivo determinato ai fini dell’IRPEF nazionale. È facoltà di ogni singolo Comune istituirla, stabilendone l’aliquota e l’eventuale soglia di esenzione nei limiti fissati dalla legge statale. L’ Amministrazione ha stabilito l’esenzione per i contribuenti con reddito imponibile inferiore a 8.500 euro.

TARI. PREMIATI I CITTADINI PIÙ VIRTUOSILa TARI, introdotta in sostituzione della Tares, assicura la copertura integrale dei costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. È dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti. I Comuni, nell’esercizio della propria autonomia regolamentare, possono introdurre agevolazioni ed esenzioni per specifiche fattispecie. L’Amministrazione comunale di Ascoli Piceno ha previsto riduzioni dell’imposta a sostegno di anziani con reddito basso e nuclei monofamiliari. Per il 2019, grazie alla riattivazione della discarica pubblica di Relluce, rimasta chiusa per circa quattro anni, e con l’avvio della tariffazione puntuale sarà possibile una riduzione con specifica attenzione per i cittadini più virtuosi nel conferimento dei rifiuti.

FORTE CONTENIMENTO DELLE SPESE COMUNALI PER GARANTIRE SERVIZI E AL SOSTEGNO DELLE IMPRESECon minori risorse disponibili in bilancio (dal 2011 al 2016 si registra un -5,7% della spesa corrente, esclusi i servizi di smaltimento rifiuti e trasporto pubblico locale ) e vincoli di finanza pubblica sempre più stringenti (sempre pienamente rispettati nel corso degli anni dal Comune), l’impegno della Giunta è stato finalizzato innanzitutto alla tenuta del welfare locale (circa 11 mln. di euro nel 2010, 10 mln. nel 2016) e a favore del sostegno tradizionalmente garantito al tessuto economico-produttivo della Città. Per finanziare questa precisa scelta di politica economica è stato necessario condurre una significativa e complessa operazione di spending review interna alla macchina comunale (-26,4% nel periodo 2011- 2017 delle spese amministrative e gestionali).L’aumento della spesa corrente nel 2017 è dovuto invece all’evento sismico che ha purtroppo colpito la Città, a seguito del quale l’Amministrazione è riuscita nei mesi successivi ad impegnare ingenti risorse in più per l’assistenza sociale e il supporto alle attività economiche in difficoltà.

Anche il ciclo degli investimenti comunali è stato duramente investito dalla crisi economica attraversata dal Paese, imponendo una fase di austerità senza precedenti per la finanza locale. La contrazione delle risorse messe a disposizione dei Comuni ha infatti notevolmente inciso sul crollo degli investimenti comunali registratosi nel periodo 2011-2017, -25,3% a livello nazionale, sia direttamente con la riduzione dei trasferimenti pubblici in conto capitale, sia indirettamente con l’impoverimento degli apparati tecnici comunali e il conseguente ridimensionamento delle capacità progettuali interne. Il Patto di stabilità interno ha aggiunto ulteriori vincoli, imponendo il conseguimento di consistenti avanzi nel bilancio annuale, ma anche la sua revisione non ha fin qui sortito l’effetto auspicato.Nonostante ciò, Ascoli Piceno si distingue per una tenuta degli investimenti indubbiamente più rassicurante. Pur manifestando un andamento oscillatorio tipico delle spese prese in esame, nel periodo considerato la caduta degli investimenti si arresta al 6,4% sul versante degli impegni. L’aspetto importante è che la Città ha corrisposto in modo lineare le spese impegnate con i pagamenti effettuati, nel segno di una conduzione virtuosa delle casse comunali e di rispetto e garanzia verso le aziende che regolarmente realizzano i lavori appaltati.

GRAZIE A TASSI DI INTERESSE PIU’ BASSI INVESTIMENTI COSTANTILa tenuta degli investimenti pubblici nella Città è anche il risultato di un forte impulso impresso in questi anni nei confronti delle politiche sul debito comunale, mantenendo comunque sempre ben ferma l’attenzione verso la sostenibilità degli equilibri di bilancio. Infatti, lo stock del debito comunale passa da circa 53 milioni a 62,5 milionidi euro, ma il costo del debito (interessi passivi e rimborso prestiti) scende da 3,6 a 1,9 milioni di euro, ossia il4,1% della spesa corrente 2016 (nel 2010 tale incidenza si attestava invece al 6,9%). Sfruttando strategicamente le condizioni più favorevoli offerte in questi anni dal mercato finanziario (in particolare tassi di interesse molto piùbassi), l’Amministrazione ha stipulato nuovi mutui a costo ben più vantaggioso rispetto al passato, impegnandosi contestualmente a reperire all’interno del bilancio gli spazi finanziari necessari per autorizzare l’utilizzo di queste risorse nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica.

I CONTI A POSTO, ANCHE PER IL FUTUROL’anno 2019 segna per gli enti locali il ritorno agli equilibri ordinari di bilancio restituendo un importante recupero di autonomia gestionale, almeno per gli enti come Ascoli in condizione di buona salute finanziaria. Alla luce delle nuove regole contabili i dati relativi all’ultimo Rendiconto approvato certificano per Ascoli Piceno un avanzo applicabile pari a 14 milioni di euro, affiancato da un Fondo cassa quasi altrettanto consistente, a testimonianza ancora una volta del rigore contabile che ha contrassegnato in questi difficili anni l’azione amministrativa.

Lo sblocco degli avanzi garantirà nel futuro le risorse necessarie per valorizzare gli sforzi fin qui intrapresi per rilanciare ulteriormente gli investimenti sul territorio, allo stesso tempo consentirà al Comune l’utilizzo delle somme di parte corrente già prudentemente accantonate in bilancio (circa 850mila euro) per fare fronte ad eventuali oneri che dovessero definitivamente maturare, nonché di realizzare importanti interventi di spesa corrente (sociale, culturale, etc..) finanziati da contributi acquisiti negli scorsi anni ma per diverse ragioni confluiti in avanzo e quindi, fino ad oggi, bloccati nelle casse comunali dai vincoli di finanza pubblica.
